Medicina a numero aperto dal 2023?
Ecco le parole della Ministra dell’Università Maria Cristina Messa, sentita da Radio Capital, che conferma le anticipazioni degli scorsi mesi: “Dall’anno prossimo non ci sarà più il test d’ingresso unico per la facoltà di Medicina. Ci sarà un percorso che può iniziare anche al quarto anno di liceo, dove gli studenti potranno cimentarsi con il test fino a quattro volte e entrare in graduatoria con il risultato migliore“.
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Il test medicina 2022 sarà quindi l’ultimo a svolgersi nella maniera tradizionale con una prova d’ingresso. La Ministra dell’Università ha poi ribadito le modalità con cui si accederà al Corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico in futuro: “Ogni candidato fa un suo percorso che lo porta a sostenere un esame Tolc, si chiamerà Tolc-Medicina. Lo si potrà fare più volte all’anno – io direi due ma sono aperta a discuterne – a partire dal quarto anno delle superiori. Poi, nella data che il ministero stabilirà, ognuno inserisce il risultato migliore nella piattaforma e si formerà la graduatoria nazionale. I posti saranno assegnati secondo le disponibilità degli Atenei e le preferenze indicate dai candidati, come avviene già ora“. Quindi le future matricole potranno fare il test medicina fino a quattro volte e utilizzare il loro migliore risultato per entrare in graduatoria.
Fino al 1923 la facoltà di Medicina era accessibile solo a chi avesse frequentato il liceo classico. Successivamente le porte si aprirono anche per chi proveniva dal liceo scientifico. Così fu fino al il 1969, anno in cui la facoltà di Medicina venne aperta a tutti i possessori di un diploma di maturità, di qualunque tipo.
Ci trovammo con più medici rispetto al bisogno reale dei pazienti, fu così che alcuni atenei introdussero spontaneamente un test di ammissione. Divenne legge per Medicina così come per gran parte delle facoltà a carattere scientifico, tramite apposito decreto, nel 1987. Numerosi furono però i ricorsi. Solo nel 1999 tale decreto divenne legge, dichiarata peraltro legittima dalla Corte Costituzionale nel 2013.
Da anni è aperto il dibattito sull’effettiva utilità del numero chiuso a Medicina. In Italia c’è carenza di medici e mai come in questi anni, costretti a fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19, ce ne siamo resi tutti conto. Tuttavia l’abolizione del numero chiuso non sarebbe l’unica soluzione, infatti esisterebbero forme alternative di selezione, come ad esempio il modello francese che prevede l’iscrizione aperta a tutti ma con uno sbarramento alla fine del primo anno.
È possibile, per chi proviene da corsi di laurea di ambito sanitario come Biotecnologie, Farmacia, Scienze biologiche, Chimica e Veterinaria immatricolarsi a Medicina senza dover superare il test. Questo poiché la prova ha lo scopo di verificare la predisposizione degli aspiranti medici agli studi sanitari. Diventa quindi superflua se si sono già superati esami da corsi di laurea dello stesso ambito e si sono conseguiti crediti formativi utilizzabili nella nuova facoltà.
Possono effettuare il passaggio diretto a Medicina i laureandi, i laureati e gli iscritti almeno al terzo anno di un corso affine a Medicina, purché abbiano già maturato un minimo di 25 Cfu in materie convalidabili. Il test d’ingresso rimane insomma vincolante solo per l’accesso al primo anno di corso e non per le richieste di trasferimento agli anni successivi.
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