Costruzione dell’immagine da una lente sottile
Definizione
Nel quadro dell’ottica geometrica, un sistema diottrico ideale produce l’immagine puntiforme di un oggetto puntiforme solo nell’ambito delle condizioni paraxiali di Gauss, ossia per raggi prossimi all’asse, angoli piccoli e lenti assimilabili a elementi sottili. Nelle lenti reali queste ipotesi vengono solo approssimate: lo spessore non è trascurabile, le superfici sono in genere sferiche e non perfettamente identiche in ogni sezione, e le proprietà del materiale (indice di rifrazione) dipendono dalla lunghezza d’onda. Di conseguenza, un punto oggetto è mappato in una macchia estesa e, per oggetti di dimensioni finite, i contorni possono apparire sfumati o deformati. Tali deviazioni dall’immagine ideale prendono il nome di aberrazioni.
Si distingue tra aberrazioni monocromatiche, dovute alla geometria e alla posizione dei raggi per una data lunghezza d’onda, e aberrazioni cromatiche, originate dalla dispersione dell’indice. Nel formalismo di terzo ordine (aberrrazioni di Seidel) le principali classi includono:
- aberrazione sferica longitudinale, correlata alla variazione della posizione del fuoco lungo l’asse con il raggio di apertura;
- aberrazione sferica trasversale, manifestata come allargamento laterale della macchia focale sul piano immagine;
- coma, che produce immagini di punti fuori asse con forma asimmetrica a “cometa”;
- astigmatismo, per cui i raggi fuori asse hanno due fuochi distinti (tangenziale e sagittale);
- curvatura di campo, che sposta il piano focale ideale su una superficie curva;
- distorsione, che altera le proporzioni dell’immagine pur mantenendo il fuoco locale;
- aberrazione cromatica, responsabile del diverso potere diottrico alle varie lunghezze d’onda, con frange colorate e spostamento del fuoco tra colori.
Anche quando il fuoco paraxiale è ben definito per luce monocromatica, i raggi marginali e quelli fuori asse generano contributi non coincidenti, peggiorando nitidezza e fedeltà geometrica. In pratica, il controllo dell’apertura, l’impiego di superfici asferiche e la combinazione di vetri a diversa dispersione (doppietti acromatici, apocromatici) sono strategie comuni per mitigare tali effetti, senza tuttavia eliminare completamente le aberrazioni residue.
